Buongiorno 09/03
Settimana scorsa è stato l’anniversario della morte (e della nascita!) di uno dei più importanti cantautori italiani, Lucio Dalla. Lucio, tra tutti quei grandi, si distingueva, a parer mio, per la sua dolcezza. In molte sue canzoni si rivolgeva a un essere umano stanco, addolorato e in preda al fallimento e lo guardava con compassione, lo abbracciava con la sua musica e le sue parole. Mi piacerebbe ricordarlo oggi con una delle sue canzoni meno famose, che ha scritto e cantato proprio negli ultimi anni della sua vita insieme al collega e amico di sempre, Francesco De Gregori. Il titolo è “Non basta saper cantare”.
È una canzone un po’ triste, ma molto vera. Il messaggio è che di fronte al dolore del mondo, un artista non può fare altro che svolgere il suo lavoro, cantare. Ma a volte ci si rende conto che non basta. E allora ha senso, nonostante tutto, continuare a fare arte? Nonostante sia inutile, nonostante non possa alleviare le sofferenze di chi è punito ingiustamente? Lucio e Francesco lasciano questo interrogativo a chi ascolta, e intanto ci donano le dolci note di una canzone che ci fa pensare. E già questo, secondo me, è qualcosa. Di sicuro è meglio di niente.
“Su questo pezzo di strada
dove la notte è padrona
c’è sempre un orso che balla
e una scimmia che suona,
e poi, poi c’è sempre lo stupido
che si ferma a guardare.
Ma una canzone non basta
e non basta saper cantare…”