Buongiorno 06/10
Uno degli obiettivi della scuola consiste nell’insegnare a scrivere correttamente. Si tratta di una competenza necessaria: chiarezza e precisione costituiscono, infatti, l’essenza della comunicazione efficace.
Scrivere bene, invece, è un’arte. Non è sufficiente applicare le regole sintattiche e grammaticali e ricorrere ai più comuni strumenti retorici. La lingua che usiamo ogni giorno è qualcosa di vivo, in costante mutamento, che ostinatamente si ribella a ogni controllo. La buona scrittura intuisce e mostra la novità, legittimandola.
Per infrangere le norme, tuttavia, occorre prima conoscerle e comprenderle. Ci viene in aiuto il compianto Umberto Eco che, nella rubrica La bustina di Minerva, aveva indicato quaranta ironiche regole per la buona scrittura – violandole tutte. Leggiamone quindici, scoprendo insieme il valore dell’autonomia, che non consiste nel seguire le leggi, ma nel sapersi dare la legge.
1) Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2) Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3) Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4) Esprimiti siccome ti nutri.
5) Non generalizzare mai.
6) Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
7) Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
8) Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
9) Sii sempre più o meno specifico.
10) Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
11) Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
12) Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
13) C’è davvero bisogno di domande retoriche?
14) Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
15) Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
UMBERTO ECO E LE SUE 40 REGOLE PER SCRIVERE CORRETTAMENTE IN ITALIANO