Buongiorno del 8/3
Buon 8 marzo… di Maurizio, 5 scientifico.
Fino allo scorso anno, mi ricordavo di questa festa, quando guardavo il calendario o magari leggevo qualche articolo in merito.
Non ho mai concepito il termine “festa” per questa giornata, ma, documentandomi, ho capito che non vuol dire per forza momento di gioia, ma può indicare anche un gruppo di persone legate da uno stesso interesse specifico, che in questo caso mostra rispetto e riconoscenza verso il mondo femminile.
In realtà, non sono mai stato molto a favore di questa festa, perché non ne ho mai compreso veramente il motivo; non vedo alcuna differenza tra Uomo e Donna, a parte quella fisica, che forse è proprio quella che purtroppo ci ha abituati, fin dagli inizi della storia, a pensare che l’uomo, in quanto più forte, dovesse comandare.
Quest’idea può avere un senso, se parliamo di una società basata sulla sopravvivenza, sulla caccia e su attività importanti a livello fisico, una società preistorica, insomma.
Non credo nella festa delle donne, perché ho sempre pensato che la lotta per la parità di genere e la riconoscenza verso la Donna debbano essere costanti e permanenti.
Non voglio parlarvi della storia di questo giorno, non voglio parlavi dei modi con i quali siamo arrivati a una società solo cosi apparentemente integrata e non voglio parlarvi della violenza sulle donne o del femminicidio, non ne possiedo le competenze.
Spesso si pensa che la festa della donna sia un giorno per denunciare le vittime di stupro e violenza.
Il problema della violenza contro le donne è che noi la vogliamo, non ce ne rendiamo conto, né noi uomini né voi donne. Non ce ne rendiamo conto, perché la violenza più grande è stata fissata nella nostra educazione, o per lo meno è radicata nelle nostre cosiddette buone maniere. Sto parlando di gesti di quotidianità; ad esempio, l’uomo che deve pagare la cena a una donna, l’uomo che deve accendere una sigaretta a una donna o l’uomo che le deve aprire la porta; mi direte, questi sono gesti di cortesia, questa è educazione, questo è rispetto; per me invece questi gesti non sono rispettosi.
Mi volete dire che una donna che lavora non è in grado di pagarsi una cena? Mi volete dire che una donna non è in grado di ruotare con il dito una pietrina e accendersi la sigaretta? Mi volete dire che le donne sono così deboli fisicamente da non riuscire neppure ad aprire una porta?
Il mio sogno, dato che tra qualche anno saremmo genitori nel mondo del futuro, è insegnare ai nostri figli la vera parità.
Il nostro obiettivo deve essere quello di arrivare alla cancellazione della festa della donna, far diventare questa festa inutile, in un mondo più libero, più unito e più bello.
Rendere questo mondo migliore, per l’amore verso gli altri, per l’amore verso la giustizia, ma soprattutto verso noi stessi.