Buongiorno 18/02 “Constanter et non trepide”
Esattamente un anno fa il rover Perseverance raggiungeva la superficie di Marte.
Tra gli obiettivi della sua missione, oltre a indagare il clima del pianeta e ricercare antiche tracce di vita microbiotica, figura la preparazione di una futura esplorazione umana.
Mi ha colpito particolarmente il fatto che Perseverance sia stato derivato dal suo predecessore Curiosity.
Prima la curiosità, poi la perseveranza. Parlavo giusto ieri con una mia quarta dell’enorme potere che ha su di noi il perseverare in una abitudine.
Il messaggio è chiaro, a mio avviso. Non è tanto il talento a fare la vera differenza, né è sufficiente una curiosità passeggera per ottenere nella ricerca del sapere dei risultati. Tentare, migliorare, correggere, ritentare. Senza alcuna fretta, resistere alla tentazione, sempre dietro l’angolo, di gettare la spugna quando le cose si fanno difficili o impegnative.
“Constanter et non trepide” è il motto che dovremmo fare nostro. Nello studio e nella ricerca del sapere saremo testardi, saremo incrollabili, saremo perseveranti.